Alla scoperta della Versilia a bordo di Jeep, Subaru e 4×4 storiche
A cura di Claudia Musumeci il reportage dedicato al Tour #ontheroad per la Versilia
Alla Fiera Internazionale Fuoristrada, oltre agli interessanti espositori che propongono le novità del mercato dell’offroad, mi piace farmi coinvolgere dai tour organizzati che permettono non solo di mettere alla prova il proprio fuoristrada, ma anche di conoscere il cuore della Versilia. Vi racconto cosa ho visto nei tour di questa second edizione, che ho vissuto a bordo di Jeep, Subaru e 4×4 storiche.
L’ appuntamento è nella piazza di Massarosa, dove ad aspettarmi c’è unameravigliosa Jeep Wrangler JK Rubicon con motore 3.6 V6 benzina e cambio manuale a 6 rapporti; alla guida c’è Umberto dell’Off Road Club Versilia, che mi accompagna alla scoperta della Cave del Corchia e della sua storia unica.
Un viaggio dal mare alle Alpi Apuane, tra borghi e natura a bordo di una Wrangler che ad impatto ha suscitato quella sensazione di libertà visiva, ricercatezza negli interni, e già dopo qualche metro di strada percorsa sentivo quella sicurezza che non tutte le vetture offrono. Siamo in un contesto paesaggistico veramente singolare. Dopo aver attraversato Pietrasanta, con il palazzo Mediceo di Sevarezza, ci ritroviamo ad attraversare un fitto bosco, una galleria di verde meravigliosa, e mi dicono diventi molto suggestivo d’inverno quando tutto si ricopre di bianco creando un tunnel innevato. Poi una disgressione nel bosco ed il percorso diventa molto panoramico, riesco a vedere anche il mare!
Raggiungiamo Levigliani un borgo di 350 persone sulle pendici del Monte Corchia, a 600 metri sul livello del mare. Le case sono di pietra e di marmo e il paese e i suoi dintorni sono uno scrigno unico e in continua evoluzione che segue sempre l’interesse collettivo. Vige una legge imprescindibile: i soci della cooperativa che si occupano delle cave sono obbligati ad abitare con la propria famiglia in paese. Un paese che fonda la sua storia nel 1794, quando il popolo di Levigliani acquistò i terreni che il Granduca di Toscana aveva deciso di alienare, così da poter amministrare il patrimonio comune dei terreni che si etendevano sul Monte Corchia nell’interesse di tutta la comunità. Il 3 Agosto 1956 nasce la Cooperativa Condomini con lo scopo di lavorare le cave del Monte Corchia e contrastare lo spopolamento e la disoccupazione.
Due anni dopo, si festeggiò l’arrivo in paese del primo blocco di marmo, targato CCL1 (Cooperativa Condomini Levigliani) sceso dalla cava dei Tavolini attraverso la Lizzatura, il metodo di trasporto già in uso dall’impero romano. Per portarlo giù fino in paese ogni blocco di marmo veniva sistemato dai cavatori su una slitta di legno detta “lizza”, che veniva fatta scivolare su degli assi di legno detti “parati”. Il 13 Ottobre 1971 vede l’ultimo blocco lizzato al paese, perché il 28 Novembre viene inaugurata la nuova strada dei marmi, e si fece scendere il primo blocco di marmo con i trattori. È proprio la strada carrozzabile cha permette oggi a noi visitatori di ammirare le varietà merceologiche di marmo estratto, come “l’Arabescato Corchia”, materiale di punta, e il “Bianco venato Corchia”, apprezzate in tutto il mondo. Dalle cave Levigliani trae non solo ricchezza e posti di lavoro: una parte del denaro ricavato viene utilizzato per la costruzione di opere di pubblica utilità e come sostegno per la nascita di altre attività associative in particolare in campo turistico. Il futuro della Condomini sta nella capacità di vincere le nuove sfide legate alla globalizzazione del mercato e al miglioramento delle tecniche estrattive capaci di ottimizzare il lavoro. Gli addetti sono molto attenti alle esigenze dell’ambiente, nel segno dell’impegno e della prudenza appresa dagli antenati. E penso che loro quando si alzano la mattina, guardano lassù, verso il monte, per vedere se ce la nebbia o il sole; un po’ come chi, come me, abita in uno dei Paesi Etnei: la mattina volgiamo il nostro primo sguardo al vulcano.
Proseguiamo con i nostri 4×4 lungo la strada creata per il trasporto del marmo sulle suggestive pendici del Monte Corchia. Terza ridotta e si sale alla Cava Tavolini, dove la maestosità del marmo e il panorama che spazia sino al mare mi lasciano senza fiato. Riprendiamo poi la strada panoramica per raggiungere la Cava del Piastraio caratterizzata da due zone ben distinte: la cava a cielo aperto e la seconda in galleria. Facciamo sosta per poterle osservare nei loro particolari, mi sentivo così piccola nell’ammirare i soffitti alti decine e decine di metri, sale enormi, blocchi giganteschi e mezzi di escavazione pesanti e giganti. Poi le attraversiamo con i nostri fuoristrada e scendiamo a Levigliani dove ci aspetta una ricca degustazione di prodotti tipici locali. Ne approfittiamo per fare una passeggiata attraverso il borgo per scoprire degli scorci meravigliosi di questo paese ricco di storia, di tenacia e di sacrificio davvero eccezionale. Non è da meno il Tour Bio, che questa volta mi vede a bordo di una Subaro Forester e-Boxer Hybrid con alla guida Andrea, Istruttore FIF.
Un’auto di cui avevo già fatto il test drive su sabbia il giorno precedente in fiera e che mi aveva meravigliato per il comfort e la sensazione di essere un tutt’uno con l’auto. Nell’abitacolo il mio sguardo cade subito sui rivestimenti di tessuto grigio idrorepellente a contrasto con le finiture arancioni, sulla linea essenziale del cruscotto e sulla possibilità di riscaldare il volante. Le tappe del Tour Bio fanno parte di un percorso sensoriale ed enogastronomico denominato “La via delle erbe e dei fiori”, che conduce alla scoperta di alcune aziende agricole locali per vivere da protagonisti esperienze uniche a contatto con la natura nel cuore della Versilia. La prima sosta è presso l’azienda Oligea fondata da Elena Giannini, imprenditrice nel settore orto florovivaistico, che fa coltivazione e ricerca che dà vita a prodotti interamente Made in Tuscany a base di oli essenziali che rappresentano “l’anima” della pianta. Il motto aziendale è “Non buttare niente della pianta”, ed Elena ci racconta, con tanta passione, come le essenze di una pianta non siano mai uguali tra loro.
In particolare Oligea è la prima filiera dell’eucalipto bio in Italia: circa 16 ettari di una pianta che cresce velocemente e da cui si ottengono essenze ed estratti che abbiamo potuto provare e degustare in prima persona. Poi c’è un giardino botanico pensato a misura di bambini, dove Elena organizza insieme al padre giornate ed eventi dedicati all’apprendimento, alla scoperta di ciò che ci circonda, come il racconto del baco da seta. Subito dopo ci troviamo catapultati in un museo a cielo aperto, con al centro un edificio rurale ricco di opere pittoriche. Siamo al Podere Lovolio, un casolare ristrutturato e immerso in una distesa di ulivi di diverse varietà che producono un olio di eccellenza e grande genuinità. La pioggia in parte ostacola la nostra passeggiata alla scoperta del percorso esoterico circolare sulla storia del seme che parte dal podere e, dopo dieci istallazioni che raccontano come ogni essere vivente, dopo essere sbocciato, aver scoperto e vissuto il mondo affrontando ripide salite in fondo alle quali talvolta trova la luce del sole ed altre il buio, ora che ha il bagaglio della vita con sé può tornare a casa, dove il suo viaggio era cominciato. Casa è il posto più sicuro dove ciascuno di noi vogliamo tornare.
Ma altre opere che nascondono un profondo significato filosofico, spirituale ed esoterico, si ergono lungo il giardino e sulla casa del seme. Ci vuole tempo per poterle visitare tutte, ma una sosta veloce alla pagoda bisognava farla.
Sta lì, in fondo al laghetto, galleggia sull’acqua in mezzo alle bellezze della natura, circondata dalle ninfee, proprio come ciascuno di noi galleggia sulla vita. Quante volte ci siamo sentiti instabili come la Pagoda? Appoggiati sull’acqua della vita che a volte è calma, altre volte burrascosa. Eppure, come la Pagoda, restiamo a galla lasciando che il tempo, gli agenti atmosferici, le temperature e gli imprevisti ci accarezzino e ci insegnino, ogni giorno, a splendere in tutta la nostra bellezza, in tutta la nostra fragilità di esseri viventi. Questo è l’invito che fa la Pagoda, stai a galla anche durante la tempesta e guarda quanto bello c’è attorno a te!
Proseguiamo per raggiungere La Piaggetta, una residenza d’epoca che sembra fondersi alle acque del lago di Massaciuccoli, dal caratteristico stile neogotico toscano, rivestito in mattoni rossi, con bifore e colonnine di marmo bianco. L’acqua del lago s’insinua direttamente sotto gli archi della villa, accrescendone l’unicità, romantica ed evocativa anche se possiamo solo immaginarlo visto la scarsa quantità d’acqua presente. Alberi esotici e varie specie di piante si ergono nel giardino e toccano con le loro fronde l’acqua del canale. Una villa dove tutto è rimasto com’era stato ideato e costruito, testimonianza rara di un passato che dialoga ancora con noi. In parte la struttura è la residenza privata della famiglia Ginori e in parte, da qualche anno, opera come struttura turistica, accogliendo i propri ospiti in camere, dotate di tutti i comfort, che ricordano la bellezza e la storica amicizia dei proprietari con il grande compositore Giacomo Puccini che tanto amava questa villa.
Per l’ultima tappa parcheggiamo l’auto adiacente ad un vigneto. Che bella sensazione. Siamo alla Tenuta Mariani, azienda agricola e agrituristica i cui principali prodotti sono olio e vino. Un’azienda a conduzione familiare, certificata biologica dal 2015, che ci ha accolto con i loro prodotti di degustazione per deliziare i nostri palati con l’eccellenza.
Infine ma non perché meno importante, non poteva perdermi il Tour con i 4×4 storici. Veicoli che talvolta sono essi stessi opere d’arte e, come tali, rappresentano un autentico patrimonio storico e culturale che viene preservato e tramandato di generazione in generazione.
reportage di Claudia Musumeci
- shemotori
- 21 Novembre 2022